Arriviamo a Malta di notte, al termine di una Offshore Experience di Extreme Sail Academy. Le Offshore Experience sono stage di navigazione d’altura rivolti a persone che abbiano già esperienza di mare e che desiderano sperimentare navigazioni più complesse e interessanti, io ho il piacere di essere il trainer in alcuni di questi avvenimenti. Lo spettacolo davanti a noi è unico: immense mura racchiudono case, chiese e antichi magazzini, ogni pietra suda storia. Sono a Malta per partecipare alla Middle Sea Race in coppia con Matteo Miceli, amico e grande navigatore. La partenza è tra 4 giorni, purtroppo non possiamo allenarci perchè le vele sono in riparazione a causa dei danneggiamenti subiti durante lo stage. La randa e il code 0 sono buoni solo per farci delle borse… 115 barche iscritte, un numero record, inclusi 4 class 40 con cui ci confronteremo in tempo reale.
La Regata parte il 19 ottobre alle 11, siamo nel primo gruppo. La linea di partenza è stesa in uno stretto fiordo, alla nostra sinistra le grandi mura de La Valletta, si scorgono i cannoni che spareranno il colpo che darà il via alla regata. Nonostante la concitazione io e Matteo siamo sereni. Partiamo bene, sopravento alla flotta e secondi. Navighiamo di bolina in 4 nodi d’aria. Improvvisamente la barca rallenta, quasi si ferma, diamo la colpa a un buco d’aria causato dai grandi edifici, ma solo molte ore dopo capiremo la vera ragione.
Usciti dal fiordo issiamo spi per arrivare in poppa piena alla boa di disimpegno posizionata 2 miglia a NW. Superata la boa ci lanciamo verso lo stretto, tenendoci più a est e più orzati del gruppo, che segue la rotta diretta.
Per noi la scelta è obbligata, non ho una vela performante su quell’angolo: 100 TWA. Superiamo Capo Passero attaccati ai nostri avversari diretti: TWT e Fulcrum. Siamo veloci quanto loro nonostante le nostre vele siano oggettivamente inferiori. Ma sento la barca andare piu’ lenta rispetto al solito, poco reattiva, sospetto che abbiamo qualcosa nei timoni. E’ notte fonda, ma con la luce frontale intravedo qualcosa impigliato al timone di sinistra, mi allungo in acqua e sento che c’è un bastone grosso come una bottiglia attaccato al timone, probabilmente lo stiamo trascinando dalla partenza! La pressione dell’acqua causata della velocità della barca lo tiene bloccato sul timone.
Siamo costretti a fermarci. Ammainiamo spinnaker e dopo un bel bagno tolgo dal timone un bastone lungo un paio di metri…abbiamo perso mezzora ma niente è ancora perduto. Ci avviciniamo allo stretto di Messina, tra 6 ore avremo corrente a favore. A questo punto prendiamo la decisione che segnerà tutta la regata: decidiamo di strambare per ribilanciarci verso il gruppo andando al centro del canale. Finiamo sotto la versione marina della nuvola di Fantozzi, per oltre 4 ore ci inchioderà senza vento, scarrocceremo, fortunatamente nella direzione corretta, a mezzo nodo. All’alba ritorna un po d’aria, ripartiamo, abbiamo perso oltre 20 miglia sui primi. Nonostante tutto il morale è alto sappiamo che la regata è ancora lunga. Incomincia l’inseguimento. In poche ore riprendiamo e superiamo un numeroso gruppo di barche.
Le previsioni danno 15 nodi da sud dopo lo stretto, quindi andatura al lasco in vento leggero per l’avvicinamento alle Eolie. Dobbiamo giocarci il tutto per tutto e spremere ogni centimetro. Non l’avessi mai detto… Usciamo dallo stretto, il vento da sud aumenta, 8, 10, 12, 14 nodi. Sorridenti, ci diciamo che le previsioni sono attendibili e che questo è il nostro momento. 16 nodi. Io al timone, Matteo va sotto per spostare i pesi, il vento sale ancora: 20, 22 nodi. Lo spi maxi è molto sottile, il suo range è fino a 18 nodi, ma non voglio ammainare per non perdere tempo. In testa mi ripeto le mitiche parole: “tanto-cala-tanto-il vento-cala”, la barca plana a 15 nodi. Il mio pensiero fisso è che dobbiamo recuperare sugli avversari. Allontano le preocupazioni pensando che questo spi lo abbiamo portato altre volte fino a 24 nodi. Improvvisamente, in pochi secondi, il vento passa da 22 a 30 nodi.
Urlo a Matteo di uscire velocemente perchè dobbiamo ammainare, pochi secondi dopo la testa dello spi esplode, un triangolo di tela rossa di 5 metri è in testa d’albero, il resto cade in mare!